Non
si tratta di stravolgere la quotidianità né di perdere abitudini ed
individualità ma semplicemente condividere
bisogni, socialità, momenti, servizi e risorse per migliorare la qualità della
vita, la cultura e l’economia locale.
Pur
avendo spazi abitativi famigliari indipendenti ci sono servizi in comune e
vantaggi che permettono: di superare le solitudini e le difficoltà; di
aumentare le risorse a disposizione; di affrontare l’impasse della paralisi economica dovuta alla crisi delle monete
tradizionali, il tutto nel rispetto dell’essere umano e dell’ambiente.
Si
ritorna a condividere, riallacciando i fili con il territorio e le
sue peculiarità, pensando a progettare
in chiave sostenibile e a disegnare stili di vita consapevoli e rispettosi.
Le coabitazioni nascono da
una scelta consapevole (vicinato elettivo), da bisogni e valori condivisi.
Ad
esempio: i genitori potranno contare su spazi e tempi da condividere per
migliorare la gestione famigliare rispetto ad impegni di vita e lavoro, oppure,
su una scuola personalizzata da autogestire; chi ha necessità di aiuto per la
salute e per le attività quotidiane potrà condividere badanti o persone che si
occupano della casa e al contempo mettere a disposizioni i propri saperi; chi è
solo può trovare una rete di condivisione che lo aiuterà a superare
l’isolamento; si potranno ridurre le spese grazie ad acquisti condivisi,
all’orto sociale o all’agricoltura residuale…
La
coabitazione è una comunità, ognuna disegnata dai coabitanti seguendo il
rapporto fra territorio, valori, bisogni e desideri, mai disgiunta dal centro
che la accoglie.
B. Saccagno
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