12/12/17

Coabitazioni – Ma come si vive in concreto?


Non si tratta di stravolgere la quotidianità né di perdere abitudini ed individualità ma semplicemente condividere bisogni, socialità, momenti, servizi e risorse per migliorare la qualità della vita, la cultura e l’economia locale.

Pur avendo spazi abitativi famigliari indipendenti ci sono servizi in comune e vantaggi che permettono: di superare le solitudini e le difficoltà; di aumentare le risorse a disposizione; di affrontare l’impasse della paralisi economica dovuta alla crisi delle monete tradizionali, il tutto nel rispetto dell’essere umano e dell’ambiente.

Si ritorna a condividere, riallacciando i fili con il territorio e le sue peculiarità, pensando a progettare in chiave sostenibile e a disegnare stili di vita consapevoli e rispettosi.

Le coabitazioni nascono da una scelta consapevole (vicinato elettivo), da bisogni e valori condivisi.

Ad esempio: i genitori potranno contare su spazi e tempi da condividere per migliorare la gestione famigliare rispetto ad impegni di vita e lavoro, oppure, su una scuola personalizzata da autogestire; chi ha necessità di aiuto per la salute e per le attività quotidiane potrà condividere badanti o persone che si occupano della casa e al contempo mettere a disposizioni i propri saperi; chi è solo può trovare una rete di condivisione che lo aiuterà a superare l’isolamento; si potranno ridurre le spese grazie ad acquisti condivisi, all’orto sociale o all’agricoltura residuale…

La coabitazione è una comunità, ognuna disegnata dai coabitanti seguendo il rapporto fra territorio, valori, bisogni e desideri, mai disgiunta dal centro che la accoglie.

B. Saccagno

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